Recensione: Il segreto di Adam
Titolo: Il segreto di Adam
Autore: Christian AlbanesePrezzo: € 12.90
Pagine: 121
Editore: Eremon Edizioni
Valutazione : ★★★☆☆
Trama: Una psicologa narra le vicende di un
orologiaio vissuto nel 1977, affetto da manie ossessive, attacchi di panico e
comportamenti bipolari dovuti a un trauma per lui ingestibile, quale la perdita
della figlia.Dopo
aver tentato il suicidio ed essere stato internato in un centro riabilitativo,
per Adam inizia un percorso di declino nel quale non riuscirà a scindere la
realtà dall’immaginazione. Accusato, inoltre, dalla sua
famiglia per la scomparsa della nipote, considerato dunque bugiardo e omicida,
troverà difficile dimostrare la propria verità, perdendosi nel labirinto della
mente fino a raggiungere il puro stato di follia.
RECENSIONE
<<…non provò
dolore, tanto da sembrare che la corda non lo soffocasse nemmeno un po’. Riuscì
addirittura a sorridere.>>
Leggere questo libro è stato come sentire un
perenne ticchettio di un orologio. Frustrante. Non lasciatevi ingannare dalla
bella copertina perché come si intuisce già dalla trama, questo libro sarà
tutt’altro che piacevole. La tipologia di scrittura di questo autore è molte
scorrevole ma la storia in sé non è da prendere alla leggera. Questo libro, per
certi versi, è stato soffocante dovuto alla tematica molto forte trattata. Mi
ha intrigata sin dalla prima pagina e la lettura veloce mi ha aiutato a
smaltire il continuo magone che mi ha accompagnato durante le 121 pagine.
<<Non smettere
mai di ricordare la felicità che ci accarezza ogni mattina, al nostro
risveglio.>>
Sono entrata nel personaggio più di quanto
avrei immaginato. L’autore ha scritto magnificamente le emozioni,sensazioni e i
semplici ma forti atteggiamenti del nostro caro Adam. Voglio spendere poche
parole su questo personaggio, descritto limpidamente. Ho intuito subito quanto
fatica facesse ad andare avanti, l’ho compreso e l’ho sostenuto mentre
proseguivo con la lettura. Ma in quel momento come adesso non mi capacito dello
scombussolamento che mi ha portato quest’opera. La moglie Diann , quasi
ricercata fra le righe, non è poi tanto forte quando vorrebbe esserlo e ho
ammirato la tenacia di questa donna che nonostante tutto faceva qualsiasi cosa
per andare avanti. Mentre la psicologa, la signora Janssen, non l’ho stimata affatto
per il suo modo di fare brusco; nonostante la raffigurazione perenne l’ho
trovata inattiva dopo tutti i suoi ragionamenti e commenti riguardo la sanità
mentale di Adam.
Trovo che questo libro abbia un certo fascino, lo consiglio assolutamente, perché dopo tutto ti lascia qualcosa. Ma sta a voi capire cosa.
[Miriam]
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